Andrà tutto bene perché il bene vincerà sempre
Santuario Madonna delle Lacrime
Siracusa, 10 Aprile 2020 – streaming e diretta su TRIS canale 172
“Nell’angoscia ti invoco: salvami, Signore!”
È questa la preghiera che dobbiamo rivolgere al Signore in questi giorni. Non è sufficiente dire “Andrà tutto bene!”. Perché in verità non è così per chi è morto, per chi ha visto morire tante persone senza poterle aiutare, per chi ha visto morire i propri cari da lontano, addirittura senza il conforto di un rito funebre. Nell’espressione “Andrà tutto bene” si può insinuare una lettura errata della realtà, perché i fatti, analizzati umanamente, ci dicono che non sta andando proprio tutto bene. Tutt’altro! Muoiono anziani e bambini, professionisti e poveri, uomini e donne, padri e madri, figli e amici. Psicologicamente il motto “Andrà tutto bene!” è incoraggiante, ma è sbagliato se facciamo la conta dei numeri degli infettati, dei morti e delle bare trasportate con i camion dell’esercito.
La preghiera giusta è: “Nell’angoscia ti invoco: salvami, Signore!”
Vedendo la realtà di quanto sta accadendo, sarebbe più giusto dire, anche se può sembrare assurdo, “Andrà tutto bene, anche se dovesse andare male”. Ma in che senso? Per comprendere questo ci può aiutare solo la fede e la preghiera.
Qualche settimana fa, mentre si faceva sera, come su una barca sconquassata dalla tempesta, abbiamo tutti visto un uomo anziano vestito di bianco, claudicante, salire a fatica sul colle della deserta Piazza San Pietro.
Molti ci siamo uniti alla sua preghiera, chiedendo con lui a gran forza “Signore Gesù, svegliati, non vedi che siamo nella tempesta?” “Ti supplichiamo, salvaci Signore”.
Altri, invece, lo hanno irriso dicendo “Vediamo se il Signore lo ascolta. Ora che lui ha pregato, possiamo stare tranquilli, non c’è più bisogno di medici e infermieri”. Sembra sentire ancora oggi le profezie di Geremia e le offese rivolte a Gesù: “Se sei il Figlio di Dio, fai il miracolo! Scendi dalla Croce e ti crederemo”. Ma la preghiera di Gesù rimane: “Si faccia, o Padre la tua volontà, non la mia”. E Gesù rimane in Croce.
La domanda allora è: a che serve pregare se bisogna fare la volontà del Padre? E in cosa consiste la volontà del Padre? Gesù rimane in Croce!
E qual è la preghiera di Papa Francesco, della Chiesa e di chi ha fede? Pregando davanti alla Madonna, baciando il Crocifisso e adorando in silenzio Gesù Sacramentato – portando sulle spalle la paura, il dramma e la croce di tutti – questo anziano Papa ha chiesto a Dio, con tutte le sue forze, il miracolo, ora e subito. Ma il Papa sa che i tempi di Dio non sono i nostri tempi. Sa che Dio può trarre il bene dal male. Il Papa, col fiatone, ha scalato la montagna del Calvario e, fiducioso di essere ascoltato da Lui, ha pregato Gesù, il quale ha detto più volte: “se avrete fede quanto un granellino di senape, potrete spostare le montagne… Chiedete e otterrete…”.
Oggi, non si tratta di spostare le montagne, ma di sconfiggere un nemico invisibile. Chi crede in Dio sa che il miracolo potrebbe avvenire, ma potrebbe non bastare. Il vero miracolo è nell’aver fede che Tutto andrà bene, anche se per molti umanamente sta andando male.
Nella preghiera di Papa Francesco è chiaro un passaggio che a qualcuno potrebbe essere sfuggito: “Avidi di guadagno, ci siamo lasciati assorbire dalle cose e frastornare dalla fretta. Non ci siamo fermati davanti ai tuoi richiami, non ci siamo ridestati di fronte a guerre e ingiustizie planetarie, non abbiamo ascoltato il grido dei poveri, e del nostro pianeta gravemente malato. Abbiamo proseguito imperterriti, pensando di rimanere sempre sani in un mondo malato”.
Noi che viviamo in un mondo deturpato dalle guerre, dall’egoismo, dalla povertà, ci siamo scoperti fragili e vulnerabili. Stiamo scoprendo che siamo mortali. Ma lo eravamo ieri e lo saremo anche domani. Allora, la preghiera ci deve insegnare a rigettare la sindrome dell’onnipotenza, dell’autosufficienza e a riscoprirci nella più autentica fratellanza.
Vivere nella fede questo momento di malattia e di difficoltà economica e sociale, vuol dire soprattutto avere la capacità di trasformare il male in bene, di comprendere che siamo dei vasi comunicanti, che non basta possedere il mondo a discapito degli altri.
Andate a dire “andrà tutto bene” a quella mamma, che per questo maledetto virus, ha perso un figlio di tre anni, o a chi ha perso un padre o una madre o un coniuge o un amico. Forse non abbiamo abbastanza fede né per spostare le montagne né per debellare con una preghiera questo virus, ma dobbiamo avere fiducia che il male non vincerà mai contro il bene. Allora è più giusto dire: “Il Bene vincerà, sempre!”.
Per questo noi cristiani celebriamo la Via Crucis, per questo San Paolo si gloria solo nella Croce di Gesù: Dio è l’unico che dal male ha saputo trarre il bene per tutti i suoi figli. Il suo Figlio Gesù Cristo è stato crocifisso ed è morto. Agli occhi dei suoi nemici è un fallito. Ma la Resurrezione di Gesù ha dato ragione a Dio: Gesù ha vinto il male e soprattutto il peggiore dei mali l’egoismo e la morte. Tutti – con la forza dell’amore che ci viene dalla Croce di Gesù – possiamo e dobbiamo sconfiggere il male dell’egoismo e del peccato fratricida. Tutto andrà bene anche se agli occhi del mondo può andare tutto male, perché Gesù ha vinto la morte ed è vivo. Rimarrà nella storia la foto di don Cirillo Longo, inchiodato con Gesù alla Croce, il quale morente alza le braccia in senso di vittoria. Cristo è Risorto, anche se quest’anno celebreremo la Pasqua con le porte delle Chiese sbarrate. Sarà l’occasione di viverla nelle case, piccole Chiese domestiche, dove Cristo vuole abitare e risorgere ogni giorno. Andrà tutto bene, perché il bene vincerà sempre!
TESTO INTEGRALE VIA CRUCIS DEL 10 APRILE 2020
Don Aurelio Roberto Russo
Rettore